DRM: buoni e cattivi

Il DRM è quell’insieme di tecnologie che impediscono di copiare liberamente un contenuto digitale: una traccia audio, un libro, un filmato. Il DRM serve a “bloccare la pirateria” ma in realtà non blocca proprio niente ed è solo una seccatura.

Di recente ho acquistato 3 libri digitali dalle seguenti case editrici:

Minimum Fax e Ultima Books non usano DRM. Il file EPUB che viene fornito dopo l’acquisto contiene il nome dell’acquirente per scoraggiarne la diffusione, ma è finita lì. Mettiamo il caso che volessi prestare il libro alla mia fidanzata, posso farlo tranquillamente, come farei con un libro normale. Inoltre, posso scaricare il file EPUB con il mio browser e trasferirlo sul lettore usando Calibre o semplicemente copiandolo nella memoria. Con qualunque sistema operativo, per capirci, incluso quello che uso io cioè Debian.

Mondadori usa DRM. Dopo l’acquisto posso scaricare un file .acsm che andrà caricato in uno specifico programma (Adobe Digital Editions), ovviamente disponibile solo per certi sistemi operativi. E a quel punto sempre di certi sistemi operativi avrei bisogno per caricare il file sul mio lettore. Ma come dicevo prima il DRM è solo una seccatura e non blocca proprio niente: si rimuove facilmente e il file EPUB può essere tranquillamente copiato sul mio lettore. O me ne posso fare un backup, oppure prestarlo a qualcuno. Tutte cose che il DRM non mi permette di fare. La lista delle case editrici italiane che usano DRM è lunga (es. Adelphi, che pure ha in catalogo libri molto desiderabili) e non mi sembra un caso che le piccole case editrici ne stiano alla larga, visto che il DRM è un sistema di monopolio. Non spendiamo nemmeno un minuto su Amazon, dove al DRM si aggiunge anche un bel formato proprietario, tanto per rimanere in tema di monopoli.

Essere trattato da “pirata cattivo” dopo aver comprato qualcosa è talmente sgradevole che non ho nessuna intenzione di ripetere l’esperienza. È utopico pensare che tante altre persone scelgano di fare altrettanto, ma almeno è altrettanto utopico che si smetta di rimuovere il DRM dai libri.


Commenti

2 risposte a “DRM: buoni e cattivi”

  1. Come nel mondo della musica, le case editrici (in particolare italiane) faranno una brutta fine. Hanno scoperto tardissimo le potenzialità degli ebook e corrono dietro ad Amazon. Quando si ha un oggetto è impossibile – fisicamente – impedirne una copia: già si faceva coi dischi di vinile, figuriamoci in digitale.

  2. Avatar Stefano Costa
    Stefano Costa

    Io spero di no, ovviamente. Non sono un economista e non so valutare se un cambiamento radicale sia meno doloroso da attuare in un periodo di “vacche magre” come quello attuale. E questo vale sia dal punto di vista delle case editrici sia da quello di autori/autrici. Senza contare gli agenti letterari con il fucile.. (cit.)

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