Wi-Max

Siamo alle solite: anche per il Wi-Max i nostri amici politici parlano bene e razzolano male. E i giornali dietro a ruota.

 

 

Da Palmipede:

Le tecnologie wireless utilizzate congiuntamente, tra cui ricordiamo il Wi-Fi, Hiperlan e ora il più recente e prestante WiMAX permettono di raggiungere anche le zone più impervie, dove la posa dei cavi non è economica, per fornire accesso a Internet a velocità paragonabili a quelle delle linee ADSL. Il tutto con costi sensibilmente inferiori rispetto alle tecnologie via cavo.


Da PC Self:

Secondo il Governo, entro febbraio, verrà messo a punto un piano operativo che vedrà quindi a giugno assegnare le prime frequenze. Sarà solo allora che si potrà verificare sul campo se il Wi-Max è in grado di mantenere ciò che promette. Dalla sperimentazione sarà possibile capire se gli sviluppi futuri di questa tecnologia sapranno superare gli interrogativi sugli ostacoli della copertura e sulla adeguatezza della ricezione.

Da HwUpgrade:

L’intenzione di ambo i Ministeri è quella di portare la tecnologia WI-MAX dapprima in quelle aree che attualmente non sono raggiunte, spesso per motivi legati alla morfologia del territorio, dalla banda larga.

Da Repubblica:

Risposta al digital divide. È insomma una soluzione al digital divide, che affligge molte regioni italiane (a causa soprattutto della nostra orografia). Come denunciato qualche settimana fa dalla Commissione Europea, da noi le zone rurali sono coperte al 44 per cento, contro una media UE del 65 per cento. Il WiMax, contro il digital divide, serve in due modi: o come tecnologia da ultimo miglio (per portare l’accesso direttamente nelle case o negli uffici) oppure come tecnologia di trasporto, per creare le infrastrutture di base (in alternativa alla fibra ottica) sulle quali gli operatori possono poi installare apparecchiature Adsl.

Dal CorSera:

SENZA BARRIERE – Il servizio WiMax «potrá così essere avviato per un più rapido sviluppo della diffusione della banda larga sul territorio, soprattutto nelle aree ove è più complessa la realizzazione di nuove infrastrutture». La nuova tecnologia consente infatti la diffusione del segnale per alcune decine di chilometri partendo da una stazione trasmittente.


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