Categoria: Personale

  • In…segnami il silenzio

    In…segnami il silenzio

    Ieri sera siamo andati al Teatro Gustavo Modena, qui vicino a casa, per uno spettacolo della stagione dedicata all’infanzia. Eravamo con altre famiglie, ci siamo persino fatti un aperitivo casalingo prima di andare, visto che iniziava alle sette e mezza.

    Lo spettacolo si intitola “In…segnami il silenzio” e ha come protagonisti Marcello e Maria. Marcello ci racconta dell’arrivo di Maria nella sua classe, lei non parla e non sente, perché ha le “orecchie rotte”. Maria però sa ascoltare con gli occhi e sa parlare con la danza delle mani, con il viso, con tutto il corpo. Il rapporto tra Marcello e Maria è molto profondo, lui si lascia trasportare e insegnare. In cambio le fa vedere la musica che lei non può sentire, in particolare sulle note di una travolgente “Ça plane pour moi”.

    Lo spettacolo è rivolto ai bambini anche se non è facilissimo, ma tratta in modo fiabesco, senza filtri e un po’ scanzonato il tema della disabilità, che non è solo la sordità di Maria ma anche la “distrazione” di Marcello che la maestra gli rimprovera.

    Ci è piaciuto molto.

    Alla fine un appello della regista Elena Dragonetti per il cessate il fuoco a Gaza è stato accolto da un lungo applauso.

    Locandina dello spettacolo sul sito del Teatro nazionale di Genova

    Plastic Bertrand – Ça plane pour moi

  • Sono vegetariano da due anni

    In questi giorni di fine luglio, due anni fa, ho deciso di smettere di mangiare carne e pesce e animali. Per un po’ di tempo, mi sono detto, ci provo. E sono passati due anni. Perché?

    Non è stata una decisione improvvisa e penso che siano anni che mi porto dietro l’idea di non nutrirmi più di altri animali, ma l’ho sempre considerata molto difficile da attuare, molto faticosa da spiegare. E invece è stato piuttosto semplice.

    Sono arrivato a questa decisione da due strade, il rispetto per gli animali e la convinzione che non esista un futuro per l’umanità carnivora.

    Il rispetto per gli animali mi porta a rimanere inquieto sul consumo di prodotti di origine animale, in particolare latticini e uova, poiché la loro produzione su larga scala richiede necessariamente quegli allevamenti intensivi disumani da cui provengono gli animali destinati alla macellazione. Ho quindi grande rispetto per chi pratica una alimentazione vegana e non capisco perché la prima domanda che mi viene rivolta quando dico di essere vegetariano è se io non sia mica vegano, nemmeno fosse una malattia infettiva. Ho ridotto il consumo di latticini, soprattutto lo yogurt che ho sostituito con prodotti alternativi che sono in prevalenza a base di soia. La coltivazione di soia non distrugge le foreste amazzoniche, per inciso.

    Le considerazioni planetarie sono le stesse che vengono ripetute da anni nell’ambito del discorso sulla crisi climatica globale. L’allevamento consuma una quantità di suolo enormemente superiore alla superficie richiesta per coltivare le piante in grado di fornire lo stesso apporto nutritivo. L’allevamento produce gas serra. Non cedo ai finti fondamentalismi eco-fascisti e credo che le popolazioni che praticano allevamento tradizionale debbano poter continuare a praticarlo. La stessa cosa non può essere detta per l’allevamento industriale tipico dei paesi occidentali. Queste sono convinzioni personali, che vorrei trovassero sponda in ambito politico.

    Sono un archeologo, conosco abbastanza bene la storia della cultura materiale dell’umanità e credo che i cambiamenti culturali che continuamente avvengono siano ben più significativi di qualunque “tradizione” a cui si vuole rimanere aggrappati. La lista delle pratiche oggi ritenute incivili e inconcepibili che “abbiamo sempre fatto” è lunghissima, quindi non c’è nessun ostacolo concettuale ad aggiungerci anche il consumo di carne.

    Ora sono un po’ più tranquillo quando mi siedo a tavola.

  • Una domenica di sole, pancakes e canali

    Amsterdam.

  • A bordo!

    Due giorni fa ho provato l’ebbrezza di pilotare in mare un piccolo gozzo. È stato molto bello, anche se il mare era leggermente mosso, e fuori dal porto c’era un discreto traffico. Bisogna stare continuamente attenti, come guidare una macchina su una strada tutta curve..

  • buonanotte, e buona fortuna

    Raramente mi lascio entusiasmare dalla celluloide, come alcuni di voi sapranno. Ma…”Good Night, and Good Luck” è un bel film. Anzitutto, George Clooney non recita la solita parte di George Clooney (anche se in effetti non ho mai visto uno dei film a cui sto facendo riferimento).

    È da non credere che qualcuno abbia deciso di far circolare questo film, che getta un’ombra inquietante sul futuro dell’informazione televisiva dopo il 1958 (cioè, oggi!). Ci ricorda che il ruolo primario della televisione dovrebbe essere l’informazione dei cittadini, e non l’intrattenimento del pubblico.

    Su questa distinzione tra spettatori e cittadini ci sarebbe molto da dire, ma ora non c’è tempo. Ci sarebbe piuttosto da imparare qualcosa sul rispetto dei diritti civili e delle libertà individuali, e in questo senso un grande paese come gli USA, dove i contrasti e le contraddizioni sono ingigantiti rispetto a quelli a cui siamo abituati, ci rendono più facile lo studio.

    Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza.(Benjamin Franklin)

  • evidentemente, no

    Non fa per me evidentemente tenere un blog, come non fa per me “straggiare” il tempo su MySpace e altre simili amenità telematiche. Tant’è, con questo blog ci provo, dai.Anzitutto, se fossi furbo starei studiando, ché domani ho il primo esame in questa uniSI. Ma si sa, l’astuzia non è il mio forte.

    Passo invece parecchio tempo a leggere, spizzicare, libri in inglese (alla lunga l’inglese scritto lo capisco abbastanza bene).

    Oggi la giornata è storta: ierisera ho perduto il mio millenario berretto da Capitan Nostromo (Ele?!) e quindi sono molto triste. Ieri comunque ad onor del vero Federico I Marri “il Pontefice” ha strappato il mitico pezzo di carta, meglio noto come Laurea, quindi altri fatti meno degni di nota sono passati in secondo piano, giustamente.

    Stare in casa non è il massimo. Non avrò mai il tempo per “tenere la casa in ordine”, e non è una paranoia pinocchiesca, è l’esigenza FISICA di stare in un luogo non-ostile – anche se non esattamente amichevole.

    In questi giorni sto studiando tantissime cose e scopro mondi smisurati, che mi domando per quale assurdo motivo non mi siano mai stati svelati nei tre anni di permanenza statica genovese. Forse il mio difetto è che PENSO TROPPO e non riesco mai a smettere. (E mi piace pensare che sia così.)

  • neve?

    Chi ha parlato di neve? In fondo ce ne sono appena sessanta amabili centimetri… Ieri pensavo di partire alle 11.43. E sono arrivato a Genova alle 19.21. Mica male. Brava Trenitalia! Continua così… Con mezza Italia paralizzata dalla neve l’ORSA Toscana pensa che non ci sia nulla di meglio da fare che un bello sciopero, revocato da tutti gli altri sindacati.

  • grafoterapia

    Scrivere ha funzione terapeutica e aiuta a scaricare tensione, stress e simili orrori subconsci. Forse è per quello che i blog hanno così successo. Anche se in effetti non sembra che abbiano molti risultati…Oggi ho scoperto che domani andiamo vicino ad Asciano per fare un sopralluogo di una attività che svolgeremo per l’esame di Archeologia dell’Architettura. Spero che il mio gemello genovese non prenda il sopravvento quando dovremo andare definitivamente a fare questa cosa, altrimenti dovrò studiare qualcos’altro da portare all’esame. Peraltro, una figata, in agriturismo con vitto e alloggio pagati… come amo dire, l’archeologia non paga, ma appaga…

  • inizio

    da oggi (per la prima volta in vita mia!) inizio a tenere un blog, grazie a Italian Linux Society che offre ai soci lo spazio, senza pubblicità e altre boiate…