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  • I libri che ho letto nel 2022

    E vai, quest’anno la lista è più lunga. Ho letto di più, mi sono dedicato più assiduamente alla lettura in molti momenti dell’anno. Arrivato a fine anno i libri che ho letto a gennaio mi sembrano ricordi di un passato remoto!

    The short comments are half in Italian and half in English for no good reason, it’s just how I happened to write them down.

    Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome. Storia di chi fugge e chi resta. Storia della bambina perduta

    Non ho veramente niente di intelligente da dire. In questi libri c’è tutto, ogni persona che vive o passa dall’Italia dovrebbe leggerli, soprattutto per il femminismo ma anche per tutto il resto.

    Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti

    Very convincing, as reminiscing as it can be of “L’amica geniale” series that I read last year. The reel of emotions, high and low, the teenager protagonist goes through is both familiar to me and firmly foreign – because it is centered on female bodies and experiences of trauma.
    Naples is the permanent background, even though it’s mostly in a dualistic perspective of rich versus poor parts of the city.
    I’m so happy that there are more books by Elena Ferrante I yet have to read.
    (I was going to write something totally different in Italian, but out of respect for the nice people here I forced myself to write in English.. the short comment above is not bad, just different from what I had in mind)

    Tina Merlin, Sulla pelle viva

    Un libretto pesante come una montagna. Una denuncia feroce, umana, precisa di chi ha scelto di mandare a morire una valle intera con i suoi abitanti. Un documento storico importantissimo che ripete in modo innegabile chi sono stati e chi sono i maledetti infami di cui l’Italia deve liberarsi ancora oggi.

    James Ellroy, La collina dei suicidi

    I postponed reading this book for several months because even the title made me uneasy.

    The third book about Lloyd Hopkins is more violent than the previous two. It’s less about complex thought processes and understanding the mind of a criminal, and more about swimming in a dark pool filled with corpses old and new. Enemies of the protagonist are now almost all other members of the Police department.
    In a sense it’s more human than previous books, perhaps because Lloyd finally stops being a sexual predator.

    Igiaba Scego, La linea del colore

    Bellissimo, denso, multiforme, metaletterario, femminista, e infine tipograficamente appagante.

    Il “making of” conclusivo è una ulteriore prova della grandissima Igiaba Scego. Mi stupisce che non ci sia scritta la parola “intersezionalità” nonostante il libro ne sia densamente intriso.

    Andrea Campanella, Gli «eroi» sono finiti

    Mai giudicare un libro dalla copertina. Questo libretto comprato usato a 1 € mi ha fatto esplorare un cliché letterario già noto in autori ben più blasonati, quello dei fascisti che proseguono a fare i loro sporchi traffici dopo la fine della guerra. È un cliché ma anche una verità storica che qui si mescola a un poliziottesco non male. Tutto ambientato in Liguria, che un po’ ci vuole.

    Claudio Bo, Balbiquattro

    Lettura abbastanza pesante, sia per il linguaggio ricercato e merlettato sia per la ripetitività del discorso, ma qualche passaggio gradevole nella scoperta dei luoghi del protagonista. Francamente imbevibile tutto il resto, per quanto probabile genuina memoria romanzata del periodo.

    Marguerite Duras, L’amante

    La brevità fa di questo libro un coltello ancora più affilato. La crudeltà di tutto è immensa, dalla famiglia, all’amore impossibile, al dominio coloniale, all’impossibilità di comunicare alla tragica morte dell’immortalità.

    Armando d’Amaro, Genova indagine sotto le bombe

    Un altro giallo Frilli, questo un po’ meno pretenzioso ma comunque aveva così tanti elementi che mi tornavano familiari che ho pensato persino di regalarlo a una collega: Genova, il finalese e le sue grotte, le campane, il funzionario della Soprintentendenza.

    Abdulrazak Gurnah, Sulla riva del mare

    Non c’è molto da dire sul libro scritto da un premio Nobel. Ma mi sento di dire che ho scoperto un altro ruscello di letture a cui attingerò nei prossimi anni. Anche questo è un libro africano, anche questo ibrido, figlio di due continenti. C’è un passaggio sull’archeologia, che ho condiviso con un gruppo di amicɜ, con loro grande diletto per la finezza con cui descrive quello che cerchiamo di capire:

    Ma, pur sbiadite e incrostate, restano tuttavia tante linee, che sembrano frammenti ancora più scarsi del tutto: un lampo caldo nell’occhio quando la faccia è scomparsa, un odore che richiama una musica dalla melodia inafferrabile, il ricordo di una stanza quando la casa e la sua ubicazione sono ormai dimenticate, un pascolo vicino alla strada in mezzo al nulla. Così il tempo smembra le immagini del nostro tempo. O, per dirla in maniera archeologica, è come se i dettagli della nostra vita si fossero accumulati a strati e adesso alcuni strati fossero stati portati via dalla frizione di altri avvenimenti e pezzi di materiali a caso restassero ancora, qua e là, senza ordine.

    Liza Marklund, Perla nera

    This book starts throwing so many things in your face at once: geography, family, rape. It’s pleasantly out of my comfort zone (?!). I’ve heard it’s a bit different from Marklund’s other books. Ultimately it’s a hymn to infinite love, travel and Ken Follett.

    Chimamanda Ngozi Adichie, Metà di un sole giallo

    Ho letto finalmente “Metà di un sole giallo” di Chimamanda Ngozi Adichie. Era da diversi anni che era nella lista dei libri da leggere, più o meno da quando ho letto per la prima volta Chinua Achebe. Un paio di anni fa avevo solo letto un suo saggio che si chiama “Dovremmo essere tutti femministi”.

    Questo libro è maestoso. I protagonisti sono i personaggi principali e sembra in certe parti della loro storia che riescano a controllare eventi più grandi, sulla scia dell’entusiasmo politico, dell’amore, dell’amicizia. L’impianto cronologico, con la sua alternanza tra il prima e il dopo, mi ha suscitato un sentimento di attesa e compassione per quegli eventi di cui già conoscevo per sommi capi il seguito. Ma tra i sommi capi si annidano molte storie, fatte di debolezze, di tradimenti, di incredibile generosità. E quelle danno trama e senso a tutto il romanzo.

    La vicenda storica del Biafra è di quelle molto conosciute ma di cui, in maniera impeccabile nello stesso libro è scritto, siamo più abituati a conoscere le immagini che hanno reso famosi i fotografi che non le persone, tutte quelle morte e tutte quelle sopravvissute.

    Il libro ha una sottotraccia molto esplicita, ovvero la scrittura stessa. Come si fa a scrivere di una guerra così atroce? Chi può essere in grado di scriverne? La risposta sembra essere: solo chi ne ha attraversato di persona le atrocità in prima persona. E la figura di Ugwu, che ho trovato in assoluto la più tragica, è proprio quella che sembra dare maggiore senso alla storia. La scomparsa nei capitoli finali, senza soluzione, è un elemento di angoscia difficile da dimenticare.

    Chimamanda Ngozi Adichie, Americanah

    There are separate parts of this book that have their own identity. When reading through the final chapters I wondered if this was really the same book I had started a few weeks earlier. This is to say, the protagonists have a powerful way of growing up and becoming something different as the story progresses.

    What stuck with me the most was how Ifemelu was “not Black” until she arrived in the USA.

    Mariama Bâ, Amica mia

    Trovo ogni tanto dei libri negli scaffali dei miei suoceri che prendo in prestito per la lettura, e scopro autrici che hanno un posto importante nella letteratura mondiale. Questo libro è uno di quelli.

    The writing is plain and moves forward slow and easy, but don’t be deceived. Each page is like a heavy stone, a new turn of the “plot”. The narrator sits, mourning and yet powerful thanks to her own writing.

    Each page until the very end is so strong and deeply ties together the personal sphere and the political. The pregnancy of the young daughter of Ramatulaye is the final step in this woman’s liberation journey away from traditional roles and preconceptions.

  • @stekosteko

    Today I deactivated the @stekosteko account at Twitter. It had been inactive for four years, but deleting it right now is a good thing to do. I have an archive of all my tweets, someday I will publish it but I doubt there is anything that important in it. I was very active on Twitter at some point, and I even identified with that username – call me lucky for escaping that alternate reality soon enough.

    I encourage you to delete your own account and find your way in the Fediverse. I’m at https://octodon.social/@steko

  • Using Harris Matrix Data Package with the stratigraphr package

    I am working on the Harris Matrix Data Package specification with the aim of decoupling it from my own “hmdp” tool. An important step towards the adoption of a data format is to have more software implementations. With this in mind, I present a procedure to import, analyze and plot a Harris Matrix data package in R, with the experimental stratigraphr library maintained by Joe Roe.

    stratigraphr is a tidy framework for working with archaeological stratigraphy and chronology in R. It includes tools for reading, analysing, and visualising stratigraphies (Harris matrices) and sequences as directed graphs

    https://stratigraphr.joeroe.io/

    Let’s go!

    Installing the needed libraries

    Apart from the common tidyverse libraries, we need to install the stratigraphr and frictionless packages.

    Please follow the installation instructions on their respective websites:

    Loading packages

    library(stratigraphr)
    library("ggraph")
    library(frictionless)
    library(purrr)
    library(tidyr)
    library(dplyr)

    Loading datasets

    We load a Harris Matrix Data Package describing figure 12 from E.C. Harris’s manual Principles of archaeological stratigraphy, as modified by T.S. Dye. Please note that we are loading a package straight from a URL, and this could be an institutional repository like Zenodo or OSF.

    fig12 <- frictionless::read_package("https://codeberg.org/steko/harris-matrix-data-package/raw/branch/main/fig12/datapackage.json")
    contexts <- frictionless::read_resource(fig12, "contexts")
    observations <- frictionless::read_resource(fig12, "observations")

    Converting Harris Matrix Data Package to the stratigraphr format

    Now the observations tibble contains our initial data that must be converted to the stratigraphr native format. We modify it in place.

    observations <- observations %>% pivot_wider(names_from = url, values_from = older, values_fn = list)
    observations <- rename(observations, context = younger)
    observations <- rename(observations, below = `NA`)

    Warning! The names_from = url parameter is a bit of a hack, and only works because the values in that column are all NULL.

    The first approach is to use the same code from the stratigraphr documentation, but it returns an error. Directly loading the data in stratigraphr only works if all contexts exist in the context column of the observations table (the following code chunk is not going to work, shown here for demonstration):

    h12_graph <- stratigraph(observations, "context", "below", "below")
    ggraph(h12_graph, layout = "sugiyama") +
      geom_edge_elbow() +
      geom_node_label(aes(label = context), label.r = unit(0, "mm")) +
      theme_graph()

    It seems like the context column doesn’t actually contain all contexts, which makes sense because there is no duplication of relationships in the Harris Matrix Data Package format ‒ it’s a tidy format! We can easily work around this by loading the full contexts table.

    edges <- stratigraphr::strat_connect(observations[["context"]], observations[["below"]], "below")
    str(edges)
    'data.frame':   26 obs. of  2 variables:
     $ to  : chr  "2" "11" "12" "13" ...
     $ from: chr  "1" "1" "1" "1" ...
    h12_graph <- tidygraph::tbl_graph(nodes = contexts, edges = edges, node_key = "label", directed = TRUE)

    Ready to plot!

    So far so good. Let’s try plotting the Harris Matrix.

    ggraph(h12_graph, layout = "sugiyama") +
      geom_edge_elbow() +
      geom_node_label(aes(label = label), label.r = unit(0, "mm")) +
      theme_graph()
    A Harris Matrix visualization of archaeological stratigraphy. It's a graph of nodes labeled with numbers, connected by edges drawn as orthogonal lines
    A Harris Matrix visualization of archaeological stratigraphy, data from figure 12 from E.C. Harris’s manual Principles of archaeological stratigraphy, as modified by T.S. Dye.

    It works perfectly!

    We still need to include once-whole contexts in the picture, from the inferences table, but apparently this is not yet supported by stratigraphr either.

    Summary: the quick way to analyze and plot archaeological stratigraphy data in R

    In short, the equivalent to the stratigraphr vignette with Harris Matrix Data Package is:

    harris12 <- frictionless::read_package(file="https://codeberg.org/steko/harris-matrix-data-package/raw/branch/main/fig12/datapackage.json")
    contexts <- frictionless::read_resource(harris12, "contexts")
    observations <- frictionless::read_resource(harris12, "observations")
    observations <- observations %>% pivot_wider(names_from = url, values_from = older, values_fn = list) %>% rename(context = younger) %>% rename(below = `NA`)
    edges <- stratigraphr::strat_connect(observations[["context"]], observations[["below"]], "below")
    h12_graph <- tidygraph::tbl_graph(nodes = contexts, edges = edges, node_key = "label", directed = TRUE)
    ggraph(h12_graph, layout = "sugiyama") +
      geom_edge_elbow() +
      geom_node_label(aes(label = label), label.r = unit(0, "mm")) +
      theme_graph()
    A Harris Matrix visualization of archaeological stratigraphy. It's a graph of nodes labeled with numbers, connected by edges drawn as orthogonal lines
    A Harris Matrix visualization of archaeological stratigraphy, data from figure 12 from E.C. Harris’s manual Principles of archaeological stratigraphy, as modified by T.S. Dye.

    It’s slightly more verbose than the original stratigraphr, and it could certainly be improved, but it’s a good way to get started with archaeological stratigraphy data in R.

  • Meglio green che al verde: ènostra parla di energia rinnovabile, etica e sostenibile al Circolo Barabini di Trasta

    Meglio green che al verde: ènostra parla di energia rinnovabile, etica e sostenibile al Circolo Barabini di Trasta

    Venerdì 28 ottobre 2022 il gruppo soci Genova e Liguria ha presentato ènostra al Circolo Barabini di Trasta (Genova).

    Prima della presentazione c’è stato un momento conviviale con la “trastapasta” di gnocchi al pesto! Il Circolo Barabini è un luogo bellissimo, un laboratorio di cose buone. Io non lo conoscevo prima della settimana scorsa, mi è piaciuto davvero molto, luogo di prassi antifascista e di lotte fatte dal basso e con il sorriso.

    Trastapasta con gnocchi al pesto

    Alla presentazione erano presenti circa 30 persone, molti soci del circolo ma anche qualcuna da fuori. Abbiamo anche trasmesso in diretta streaming tramite Jitsi, con 3-4 persone collegate. Abbiamo parlato di crisi climatica, dell’importanza delle fonti rinnovabili per la transizione energetica e di come ènostra nasce per seguire questo obiettivo in modo etico e sostenibile.

    Un momento della presentazione, Sara Gollessi parla di ènostra

    Nel dettaglio poi abbiamo parlato di cosa fa ènostra, dalla fornitura di energia, alla realizzazione di impianti collettivi, alle comunità energetiche e alla formazione e informazione. La seconda parte della presentazione è stata un po’ più interattiva, abbiamo spiegato come funziona la fornitura dell’energia elettrica, come si compone il costo finale della bolletta, l’andamento del PUN e quali sono le tariffe di ènostra. Abbiamo parlato dei servizi che offre ènostra per la realizzazione di impianti fotovoltaici e termici, e dell’attuale situazione di sovraccarico. Infine abbiamo parlato degli impianti collettivi e della tariffa prosumer.

    Le domande non sono mancate! C’era chi ha un impianto FV da molti anni e riportava la propria esperienza di ritorno/non ritorno economico, chi voleva informazioni sul prestito sociale di ènostra, chi voleva avere indicazioni sul portale dei consumi di Arera, chi condivideva la difficoltà di entrare in contatto con GSE per risolvere problemi relativi al proprio impianto FV, chi voleva capire se era possibile passare a ènostra pur avendo realizzato il proprio impianto FV con “ENEL” diversi anni fa, chi voleva capire meglio il meccanismo di autoconsumo vs scambio sul posto e il rapporto tra curva dei consumi e della produzione nell’arco delle 24 ore.

    Ci hanno poi riportato che è piaciuto l’incontro perché abbiamo spiegato tante cose senza fare i “venditori”.

    Per noi è stata la prima volta di una presentazione collettiva in presenza, quindi siamo abbastanza soddisfatti. Speriamo di ripetere nel prossimo futuro.

    Ti interessa organizzare una presentazione come questa nel tuo circolo, associazione, quartiere? Contattaci!

    Il gruppo soci di ènostra Genova e Liguria: Massimo, Mattia, Maurizio, Sara, Stefano

  • Harris Matrix Data Package: version 2022 of the hmdp tool with new features for the creation of stratigraphy data packages

    A few weeks ago I presented a new version of the hmdp tool at the ARCHEOFOSS conference in Rome. You can find the archived presentation on Zenodo.

    Harris Matrix Data Package is a proposal for a standardised digital format of archaeological stratigraphy datasets in CSV format, following the table schema developed by Thomas S. Dye for the hm Lisp package, augmented with a metadata descriptor (datapackage.json) that enables consistency checks and streamlined data access with the Frictionless Data tools and programming libraries. In the standard, each dataset consists of various CSV tables and a metadata descriptor, forming a data package. I proposed this standard in 2019 at a previous ARCHEOFOSS conference based on a 2015 work by Dye and Buck [zotpressInText item=”{12096:TZPPQB42},{12096:G2QPMZQT}”].

    Based on this proposal, hmdp is a command line program for working with archaeological stratigraphy data in the Harris Matrix Data Package format.

    This new version adds an “init” command, that will create an empty data package with the correct metadata. You can find the archived source code of hmdp version 2022.10.16 on Zenodo, too.

    The hmdp init command works both interactively and with explicit command line parameters, and it is centered around the idea that in the Harris Matrix Data Package:

    • each Harris Matrix is a data package
    • there is 1 data descriptor
    • there are from 2 to 7 CSV tables
    • each CSV table is a resource

    The two resources that MUST be present are:

    • contexts
    • observations

    Most often, excavation data will make use of three other resources:

    • inferences
    • periods
    • phases

    Only in case there are radiocarbon dates or other absolute chronology available the two resources should be used:

    • events
    • event-order

    With the above outline, default presets are defined, and choosing a preset will create the corresponding CSV files (resources). The CSV files are created only with the standard column headers, data must be filled by the user.

    The current released version of hmdp init can create a Harris Matrix Data Package from scratch, e.g. in a new empty directory. Support for recognizing existing CSV files and adding the metadata descriptor is in progress.

    The project home page is at https://www.iosa.it/software/harris-matrix/ and the development repository is on Codeberg at https://codeberg.org/steko/harris-matrix-data-package

    References

    [zotpressInTextBib]

  • IOSACal 0.6 released with new features for simulation and quantiles

    I’m happy to announce that IOSACal version 0.6 was released on October 1st, 2022.

    IOSACal 0.6 brings new features for simulating radiocarbon dates and obtaining quantiles, added respectively by Hythem Sidky and Roger Creel, who both contributed to IOSACal for the first time. I want to thank both for their efforts to share improvements to the IOSACal source code by sticking to the code of conduct and contribution rules of the project.

    The documentation at https://iosacal.readthedocs.io/ has been updated substantially, and some pages are now generated directly from Jupyter notebooks. You can download those notebooks and quickly start working on your own research notebooks.

    Calibrated radiocarbon date plot created with IOSACal

    You can get this update as usual with pip install iosacal or by updating your requirements.txt to this version:

    iosacal==0.6.0

    IOSACal 0.6 brings several improvements to the development process, most notably continuous integration (CI) thanks to Codeberg CI. All pull requests are automatically run through iosacal’s own test suite (coverage is not yet complete but it is improving). The detailed list of all changes is at https://iosacal.readthedocs.io/en/stable/whatsnew.html

    The demo web application was discontinued, and usage with MyBinder or Google Colab is now encouraged.

    That’s it for now, development continues at https://codeberg.org/steko/iosacal!

    This article is also available via the new IOSACal updates newsletter!

  • An updated IOSA website

    Today marks the 18th anniversary of IOSA, Internet and Open Source in Archaeology, the project/working group that I got started with Giovanni Luca Pesce in 2004. Luca Bianconi would join a few years later and give a substantial contribution to the development of the oldest active software project under the IOSA umbrella, Total Open Station.

    It seems an appropriate time to announce that the iosa.it website is now available with a revamped look, and has become the single container for all content previously available in separate websites, such as the Quantitative Archaeology Wiki.

    There will be no substantial improvements to the website, but I consider it a “living archive” so I’m going to add more content as I find it and have the time to organize it properly.

    Please find it at https://www.iosa.it/ as usual, and browse like it’s 2004 again.

  • San Terenziano

    A Marzano si festeggia San Terenziano (San Ransiàn) il 1° settembre o la prima domenica di settembre, anche se la chiesa di Marzano è dedicata a San Bartolomeo (che si festeggia una settimana prima, il 24 agosto).

    Premesso che è comunque una generica “festa di fine estate”, è interessante notare che entrambi i santi sono protomartiri.

    C’è una ricorrenza di associazioni tra San Terenziano e San Bartolomeo, anche se in località vicine: Rezzoaglio (GE) dove San Bartolomeo è festeggiato a Magnasco, Leivi (GE), Cavriago (RE). Tuttavia il culto di San Bartolomeo è molto diffuso in tutta Italia, mentre quello di San Terenziano è più raro.

    Il sito www.encyclocapranica.it non è più online ma anni fa vi ho trovato questa interessante lista tratta da una pubblicazione a stampa (purtroppo non sembra archiviata nemmeno sulla Wayback Machine). La tematica è ripresa sul sito Capranica Storica sempre a cura di Massimo Brizzolara. Unica correzione apportata riguarda la località Rosso, che si trova in comune di Davagna e non di Lavagna.

    1. Recco (Comune di Recco, Arcidiocesi di Genova): si ricorda una cappella intitolata al Santo, mutata in San Rocco tra il sec. XV e il sec. XVI dopo una grave pestilenza (concomitante culto di San Rocco);
    2. Premanico (già appartenente al Comune di Apparizione, ora Comune di Genova, Arcidiocesi di Genova): esistono ruderi di chiesetta intitolata al Santo (concomitante culto di San Rocco);
    3. Pino (Comune di Genova, Arcidiocesi di Genova): chiesa parrocchiale intitolata a San Michele e Terenziano, patrono del luogo. Si ricorda il cosiddetto olio di San Terenziano, benedetto e distribuito alla popolazione in occasione della festa, che possiede virtù taumaturgiche per la cura dei reumatismi e delle artriti. Vi esiste anche una confraternita dal titolo dei Santi Michele e Terenziano;
    4. Rosso (Comune di Davagna, Arcidiocesi di Genova): località intitolata al Santo;
    5. Teriasca (Comune di Sori, Arcidiocesi di Genova): la locale chiesa di San Lorenza, fu originariamente edificata sotto il titolo dei Santi Lorenzo e Terenziano (concomitante culto di San Rocco);
    6. Fumeri (Comune di Mignanego, Arcidiocesi di Genova);
    7. Rezzoaglio (Diocesi di Bobbio-Piacenza): patrono del luogo (concomitante culto di San Rocco);
    8. Leivi (Diocesi di Chiavari): con cappella intitolata ai santi Terenziano e Desiderio;
    9. San Terenziano (Comune di Leivi): patrono del luogo;
    10. Nicorvo (Diocesi di Vigevano): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria e chiesa rurale;
    11. Rompeggio (Comune di Ferriera Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo;
    12. Ebbio (Comune di Bettola Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;
    13. Groppo Ducale (Comune di Bettola Diocesi di Piacenza-Bobbio);
    14. Isola di Compiano (Comune di Compiano Diocesi di Parma): patrono del luogo, vi si svolge una “Fiera Millenaria di San Terenziano” in occasione della festa;
    15. Gorro (Comune di Borgotaro Diocesi di Parma): patrono del luogo;
    16. Fraore (Comune di Parma Diocesi di Parma): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;
    17. Soragna (Diocesi di Parma): si ricorda una fiera in onore del Santo all’interno della Rocca;
    18. San Terenziano (Comune di Cavriago Diocesi di Reggio Emilia): con chiesa parrocchiale propria;
    19. Raiano di Cornio (Diocesi di Sulmona-Valva): con eremo dell’XI sec. intitolato al Santo;
    20. Capua (Arcidiocesi di Capua): si ricorda una chiesa intitolata al Santo, già nel XIII sec., fatta demolire da Federico II di Svevia per far posto all’edificazione della porta della Città;
    21. Tortona (Diocesi di Tortona): vi si ricorda un vescovo Terenziano, martirizzato nel 186 d.C., ma non è certo che sia lo stesso Terenziano di Todi;
    22. San Terenziano (Comune di Gualdo Cattaneo Diocesi di Todi): con chiesa parrocchiale e tomba del Santo;
    23. Teano (Diocesi di Teano): con reliquie (un braccio) ed officiatura approvata;
    24. Capranica (Diocesi di Civitacastellana): patrono del luogo, con reliquie (il cranio e un braccio), officiatura approvata e chiesa propria. Vi esiste una confraternita intitolata ai Santi Terenziano e Rocco;
    25. Todi (Diocesi di Todi): officiatura con lezioni proprie e rito doppio di II classe, festa celebrata nella Città e in tutto il territorio diocesano il 1° settembre di ogni anno.

    Ho letto per la prima volta una sintesi con ipotesi storiche su questa diffusione riguardo a Rezzoaglio, un documento di qualche anno fa ma sempre molto interessante.

    C’è una concentrazione del culto nell’Italia centrale e soprattutto nell’Appennino Ligure-Emiliano e Genovesato. Dall’elenco dei 25 luoghi, a cui si aggiunge Marzano, ho creato una mappa digitale. Certamente chi ha prodotto questo filmato ha usato lo stesso elenco. Altri riferimenti ma privi di elenchi sono sul sito santiebeati.it. Un elenco abbastanza completo è su CathoPedia. Tutti questi elenchi sono comunque incompleti, ma hanno il pregio di registrare notizie altrimenti difficili da reperire, un po’ come quella che associa San Terenziano a Marzano.

    Mappa della diffusione del culto di San Terenziano in Italia

    Dal punto di vista geografico, Marzano ricade pienamente nella zona di attestazione, anzi è quasi un punto di collegamento tra le presenze del versante ligure e quelle del versante padano.

    Mappa della diffusione del culto di San Terenziano in Liguria e nell’Appennino settentrionale

    Come abbiamo già avuto modo di vedere le notizie storiche su Marzano sono piuttosto scarne, ma a San Terenziano doveva essere già essere dedicata la prima cappella precedente alla chiesa.

  • I libri che ho letto nel 2021

    Ci siamo, l’anno 2021 è finito da un po’ e sto scrivendo la lista dei libri che ho letto. Questa lista è dedicata a due persone che mi hanno detto di averla letta negli anni scorsi, A. e M.

    Quest’anno ho tenuto traccia dei libri letti e desiderati in un modo nuovo, su un nodo BookWyrm. Ho pensato che avrei potuto leggere 12 libri e ne ho letti 12, ma più che la quantità mi ha dato soddisfazione la continuità. Sono anche riuscito a leggere più lentamente, a rileggere lunghi capitoli e persino un libro intero perché avevo la sensazione di averli letti troppo in fretta.

    Avevamo lasciato il nostro lettore alle prese con Seni e uova.

    Mieko Kawakami, Seni e uova

    Ho impiegato diversi mesi a leggere “Seni e uova”. È un libro monumentale, non solo per le dimensioni.

    Cosa vuol dire nascere, cosa vuol dire diventare donna ed esserlo, cosa vuol dire diventare madre, cosa vuol dire diventare padre. Sono tutte domande a cui ho pensato leggendo questo libro.

    E poi, anche come si fa a scrivere libri ‒ questo è un altro dei tanti fili che legano le pagine dall’inizio alla fine.

    I dialoghi di “Seni e uova” sono più che scambi di parole. Ognuno trova il modo di dire tutto quello che ha da dire, e lo fa in modo straripante, e paralizza essere di fronte a questi lunghi discorsi dove i punti di vista vengono costruiti in modo dettagliato, feroce e liberatorio.

    Fatema Mernissi, L’harem e l’occidente

    Questa è una lettura che mi era stata consigliata due anni fa nel fediverso. Breve, tagliente e diretto, il resoconto di come Scheherazade si sia annacquata mentre veniva trasportata ad Occidente (Scheherazade goes West, è il titolo originale), come una eroina si sia trasformata in una macchietta di pensierini insulsi nella testa degli uomini bianchi.

    Ursula K. Le Guin, Le tombe di Atuan

    Come mi sono promesso, ho continuato la lettura della saga, mi sono immerso nel mondo di Terramare e ho trasportato di qua e di là il librone che lo contiene praticamente tutto. Che meraviglia. Ogni libro è una storia dall’inizio alla fine e vive di vita propria, ma i fili che legano luoghi e persone sono lunghi e profondi.

    Ursula K. Le Guin, Il signore dei draghi

    Questo è il libro della saga che ho trovato più cupo, nonostante Le tombe di Atuan si svolga in gran parte sottoterra. Al centro dell’apoteosi di Ged e della nascita di una nuova guida per Terramare c’è un rapporto di fiducia che è messo in difficoltà e in dubbio dai due protagonisti. E questo è molto più inquietante di una caverna oscura o dell’aldilà.

    Ursula K. Le Guin, L’isola del drago

    Quando ho iniziato a leggere questo libro ho finalmente capito che Le Guin ha dato una forma di alternanza alle parti della saga, maschile, femminile, maschile, femminile. Questo libro è molto femminile: segue Tenar come protagonista, sia nelle gesta eroiche sia in quelle più semplici nella casa e nella campagna. Tenar salva la piccola Therru, la vittima di una orribile violenza che rimane a lungo traumatizzata, e anche questo è drammaticamente femminile. Finale epico.

    Ursula K. Le Guin, I venti di Terramare

    L’ultima parte che conclude la saga è di trasfigurazione. Ho letto due volte il libro perché la prima lettura era stata troppo frettolosa, e perché volevo seguire bene il viaggio dei protagonisti. Una storia che inizia con una brocca rotta non può che catturarmi, d’altra parte. Ho fatto un po’ fatica a seguire con attenzione i nomi dei vari Maestri, e ho confuso un po’ il Maestro delle Mani e quello dei Modelli. Sorrido pensando a come viene sconfitta la Morte qui con una vaga reminescenza del finale un po’ ridicolo del Cannocchiale d’ambra (che non rileggerei affatto).

    Ursula K. Le Guin, Leggende di Terramare

    La raccolta è proprio quello che ci si aspetta per dare spazio alla costruzione del mondo di Terramare. Funziona tutto molto bene, le mie storie preferite qui sono state quelle di Lontra/Medra e di Libellula (che in lingua originale è più direttamente evocativo della protagonista).

    James Ellroy, Perché la notte

    I personaggi sono piuttosto inquietanti nel loro delirio reciproco, e il modo in cui Lloyd stesso deve ancora una volta seguire istinti fuori dalle regole è particolarmente ben sviluppato.

    Mieko Kawakami, Heaven

    “Heaven” è appena uscito, il nuovo libro di Mieko Kawakami.

    Non è stato facile leggere “Heaven” perché è un romanzo veramente molto diretto e mi ha buttato dentro alcune tematiche che faccio molta fatica ad affrontare serenamente, come il suicidio, la fiducia negli altri, chiudersi in se stessi. Pur essendo molto più breve del precedente romanzo ne ripropone lo stile grandioso, i lunghi mono-dialoghi in cui alcuni personaggi espongono nei minimi dettagli tutto quello che pensano di un determinato argomento, spesso in modo brutale. La mia memoria di alcuni episodi e periodi di bullismo scolastico, ben più leggero di quello affrontato dai protagonisti, è ancora viva. Qui invece andiamo proprio dentro il quotidiano dentro la testa di chi subisce, e per un po’ anche dentro quella di chi massacra gli altri. È molto duro e c’è una parte di violenza quasi grafica. Non conosco abbastanza la cultura né la letteratura giapponese per situare “Heaven” rispetto a questo tema.

    Ho voluto finire di leggerlo durante un pomeriggio soleggiato, sul divano, invece che prima di addormentarmi la sera. Ma sono contento di averlo letto.

    Paolo Rumiz, Annibale

    Che noia. Ripetitivo allo sfinimento, nostalgico di quando si faceva il militare, maschilista.

    Gail Honeyman, Eleanor Oliphant sta benissimo

    Questo l’ho trovato per caso e mi è piaciuto, un po’ letteratura di genere e un po’ spiazzante e onesto sguardo sulla solitudine, sulla salute mentale.

    Elena Ferrante, L’amica geniale

    Questo era nella lista dei libri da leggere almeno da due anni. Divorato in modo abbastanza spietato e all’altezza delle aspettative. Per favore non mi parlate di serie TV.

    Nel 2022 ho continuato a leggere Elena Ferrante.

  • IOSACal 0.5, featuring IntCal20 and more

    After three years of slow paced development, IOSACal 0.5 is here. The DOI of the latest release is https://doi.org/10.5281/zenodo.630455

    As before, the preferred installation method is with pip in a virtual environment. The documentation is at https://iosacal.readthedocs.io/

    This release brings the new IntCal20 calibration data and several improvements for different use cases, plus one important bug fix. Apart from myself, there were two contributors to this release, I’m grateful to Karl Håkansson and Wesley Weatherbee for their work.

    These are the highlights from the release notes:

    • the project has moved to Codeberg for source code hosting and issue tracking. The new Git repository is at https://codeberg.org/steko/iosacal with a default branch name of main
    • there is an official Code of Conduct that all contributors (including the maintainter) will need to follow, based on Contributor Covenant
    • the documentation has seen some improvements, in particular in the Contributing section. Overall, making contributions easier from both expert and novice users is a major theme in this release.
    • interactive use in Jupyter notebooks is made easier with CalibrationCurve that can be created in many ways (such as loading from an arbitrary file, or from a standard calibration curve called by shorthand)
    • fixed a bug that made plots with AD/CE setting incorrect (contributed by Karl Håkansson)
    • fixed a bug that caused a wrong plot density function for dates 80 BP to 0 BP (contributed by Karl Håkansson)
    • add IntCal20 calibration data (contributed by Wesley Weatherbee)

    On the technical side:

    • the command line interface is now based on the Click library
    • most code is now covered by tests, based on pytest
    • Python 3.6 or above required
    • requires Numpy 1.18 and Matplotlib 3.0

    I don’t have big plans for the next release. I would like to add more tests, modernize the code and make it easier to adapt / tinker with. The only major achievement I’m looking forward to is to submit an article about IOSACal to the Journal of Open Source Software.