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  • Al castello di Bogli

    Oggi ho fatto una escursione al castello di Bogli. La camminata non è brevissima e la strada è interrotta in alcuni punti, rendendo il tragitto poco agevole.

    Del castello non c’è praticamente niente, se non qualche cresta di muro visibile in superficie. “Castello” è forse eccessivo come denominazione, viste le piccole dimensioni penso si tratti di una torre a controllo del fondovalle. La postazione è costruita su un tratto del pendio naturalmente rialzato, e in più c’è un ampio fossato scavato artificialmente nella roccia sul versante a monte.

    Qualche “genio” ha pensato bene di scavare qui un paio di buche alla ricerca di tesori, senza rendersi conto che in queste torri di avvistamento stavano disgraziati di infima classe sociale, costretti a passare interi inverni isolati, senza alcun tipo di comfort né tanto meno di oggetti preziosi.

    Ho scattato un autoritratto commemorativo:

    Autoscatto in mezzo alla vegetazione
  • creative commons

    Jemmes’n’jemmese (dall’ingl. Ladies and gentlemen), da oggi

    steko.blog.license()
    Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 2.5

    Questo perché mi è parsa l’ora di aprire gli occhi e cominciare a guardare, anche nella Rete, alla libertà. Anzitutto ho scoperto il motore di ricerca search.creativecommons.org, che tra l’altro è anche incluso di default nelle mie installazioni di Ubuntu. Un ottimo modo per trovare contenuti liberi, e valorizzarli.

    Ad esempio, stavo cercando alcune foto di Δίον, e usando il motore di ricerca CC ho trovato un blog francese che aveva proprio il genere di foto che stavo cercando. Facile, no? Cercando con la normale ricerca di Google Images non avevo nient’altro che immagini da Agenzia del Turismo.

    Oltretutto, visto che le immagini non si danno da sole la licenza, mediamente significa anche che chi le ha messe è una persona cosciente, e forse non sta mettendo spazzatura in giro come purtroppo molti fanno.

    Dunque, Happy Commons a tutti!

  • I geodati delle Regioni italiane

    OK. Ora voglio che tutti i visitatori, lettori, amatori, odiatori, tori-tori del mio blog vadano a farsi un giro su questa pagina. Fatevi un’idea. Imparate che questa cosa esiste e credetemi – è importante. Vi risulterà difficile trovare qualcosa – anche stupida – che non possa giovarsi enormemente di un nuovo corso nell’accesso ai geodati.

    È anche interessante, tra l’altro. Vedere come, nonostante la corsa al cyber-tutto, una fetta così grande di tecnologia sia dedicata alla gestione del mondo vero di terra e pietre e rumenta. Non ve lo immaginereste.

    Pensateci. E notate anche come la destra e la sinistra siano assolutamente inesistenti anche riguardo a questo argomento. Non solo, si intende.

  • tempo di blog

    Qualche strana forma di autocostrizione neurale mi invita a riprendere il periodico aggiornamento del blogo.

    Rieccomi, dunque, dopo la pausa cretese, carica come già l’anno scorso di fatti e pensieri, ovvero persone e cose.

    Come sia possibile passare nell’apatia più sconfinata che mi sta accompagnando da quando ho ri-posato il sedere in Italia, mi è ignoto. Quanto tempo è che sono in Italia? Non sono sicuramente 6 giorni, almeno 3-4 mesi, non scherzate – ma voi vi rendete conto di cosa significa navigare lo spaziotempo? Io sono diventato un affezionato frequentatore e di mese in mese scopro nuove ombrose pieghe del tappeto bidimensionale (dai, lo spazio è una dimensione sola, è assurdo continuare a rimanere costretti nella matematica cartesiana per descrivere l’universo fisico): prima i treni, poi l’aereo, la nave (sottile ingannatrice dal lento muoversi)… 

    Nel frattempo a Creta ho avuto modo di fare due cose: sperimentare un uso spregiudicato e avanzato del wiki come strumento per la gestione di informazioni all’interno di un gruppo di ricerca composto da 12 persone ED esercitare la mia parte uditiva lata all’ascolto, alla comprensione, alla in-visione (delle cose in-visibili) di oggetti, persone morte e vive.

    (… mi pare che basti per oggi no?)

  • Qualche foto da Creta 2006

    Qualche scatto da Creta 2006… per non perdere la memoria.

  • steko.blog.sleep(2678400)

    Mercoledì lascio per un mese questo paese, recandomi nell’isola di Creta per i miei desideratissimi scavi archeologici nel quartiere bizantino di Gortina.

    Sono veramente contento di partire, per ogni genere di motivo, perché stacco la spina, perché ritrovo quelle persone e quell’ambiente a cui mi sono affezionato più del previsto negli ultimi 12 mesi…
    Infine anche quest’anno si presenta una sfida intellettuale, per cercare di tornare in Italia avendo capito veramente qualcosa, magari non solo di quei 200 m2, ma anche un po’ di tutto il resto, di come funziona questa invenzione meravigliosa che è la storia del mondo, almeno quella che proviamo a raccontare noi zappaterra… 😉

    Può darsi che ci siano aggiornamenti sporadici di questo blog, ma non garantisco nulla…

  • blog.linux.it platform

    Giusto ieri grazie alla protervia di kr1zz, ho scoperto che la piattaforma di blogging che gira su blog.linux.it è molto più comunitaria di quanto sospettassi…

    Mi parrebbe quindi bello condividere un po’ dei nostri blog tramite la pagina frontend di LifeType, che funziona un po’ come un planet aggregatore…
  • ora è tutto chiaro

    Il simulacro di Adad si riconosce per i raggi inclinati, con i quali si simboleggia che la forza del cielo sia nei raggi del sole che vengono inviati sulla terra. Il simulacro di Atargatis si riconosce invece per dei raggi inclinati dal basso verso l’alto per dimostrare che tutto quello che la terra genera nasce grazie alla forza dei raggi che provengono dall’alto. Al si sotto del medesimo simulacro ci sono dei leoni che dimostrano che si tratta della terra per la stessa ragione in forza della quale i Frigi supposero che la Mater degli dei, cioè la terra, è trainata da leoni.

    Adesso è tutto chiaro. Non è stato perché ho passato tre giorni in Macedonia

  • che gran personaggio

    Oggi sono riuscito, nonostante la fiera opposizione di Trenitalia al completo, a sentire la fine e i postumi della conferenza di RMS alla Biblioteca Berio di Genova.Semplicemente fenomenale. Lucidissimo, è un oratore imbattibile. E tutto quello che si legge in giro è vero, soprattutto sul suo modo di parlare, con chicche tipo “when we speak about quote intellectual property unquote we don’t really …”. Si è accanito con una fermezza incredibile contro l’Open Source, e ha insistito continuamente perché noi italiani usassimo l’espressione non ambigua di software libero.
    Alla fine il momento tamarro mi ha conquistato e gli ho strappato un autografo..

    Happy Hacking Richard Stallman

  • pushing GRASS development

    Saper programmare in Python serve a questo. Chiaro, no?