Tag: Marzano

  • San Terenziano

    A Marzano si festeggia San Terenziano (San Ransiàn) il 1° settembre o la prima domenica di settembre, anche se la chiesa di Marzano è dedicata a San Bartolomeo (che si festeggia una settimana prima, il 24 agosto).

    Premesso che è comunque una generica “festa di fine estate”, è interessante notare che entrambi i santi sono protomartiri.

    C’è una ricorrenza di associazioni tra San Terenziano e San Bartolomeo, anche se in località vicine: Rezzoaglio (GE) dove San Bartolomeo è festeggiato a Magnasco, Leivi (GE), Cavriago (RE). Tuttavia il culto di San Bartolomeo è molto diffuso in tutta Italia, mentre quello di San Terenziano è più raro.

    Il sito www.encyclocapranica.it non è più online ma anni fa vi ho trovato questa interessante lista tratta da una pubblicazione a stampa (purtroppo non sembra archiviata nemmeno sulla Wayback Machine). La tematica è ripresa sul sito Capranica Storica sempre a cura di Massimo Brizzolara. Unica correzione apportata riguarda la località Rosso, che si trova in comune di Davagna e non di Lavagna.

    1. Recco (Comune di Recco, Arcidiocesi di Genova): si ricorda una cappella intitolata al Santo, mutata in San Rocco tra il sec. XV e il sec. XVI dopo una grave pestilenza (concomitante culto di San Rocco);
    2. Premanico (già appartenente al Comune di Apparizione, ora Comune di Genova, Arcidiocesi di Genova): esistono ruderi di chiesetta intitolata al Santo (concomitante culto di San Rocco);
    3. Pino (Comune di Genova, Arcidiocesi di Genova): chiesa parrocchiale intitolata a San Michele e Terenziano, patrono del luogo. Si ricorda il cosiddetto olio di San Terenziano, benedetto e distribuito alla popolazione in occasione della festa, che possiede virtù taumaturgiche per la cura dei reumatismi e delle artriti. Vi esiste anche una confraternita dal titolo dei Santi Michele e Terenziano;
    4. Rosso (Comune di Davagna, Arcidiocesi di Genova): località intitolata al Santo;
    5. Teriasca (Comune di Sori, Arcidiocesi di Genova): la locale chiesa di San Lorenza, fu originariamente edificata sotto il titolo dei Santi Lorenzo e Terenziano (concomitante culto di San Rocco);
    6. Fumeri (Comune di Mignanego, Arcidiocesi di Genova);
    7. Rezzoaglio (Diocesi di Bobbio-Piacenza): patrono del luogo (concomitante culto di San Rocco);
    8. Leivi (Diocesi di Chiavari): con cappella intitolata ai santi Terenziano e Desiderio;
    9. San Terenziano (Comune di Leivi): patrono del luogo;
    10. Nicorvo (Diocesi di Vigevano): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria e chiesa rurale;
    11. Rompeggio (Comune di Ferriera Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo;
    12. Ebbio (Comune di Bettola Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;
    13. Groppo Ducale (Comune di Bettola Diocesi di Piacenza-Bobbio);
    14. Isola di Compiano (Comune di Compiano Diocesi di Parma): patrono del luogo, vi si svolge una “Fiera Millenaria di San Terenziano” in occasione della festa;
    15. Gorro (Comune di Borgotaro Diocesi di Parma): patrono del luogo;
    16. Fraore (Comune di Parma Diocesi di Parma): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;
    17. Soragna (Diocesi di Parma): si ricorda una fiera in onore del Santo all’interno della Rocca;
    18. San Terenziano (Comune di Cavriago Diocesi di Reggio Emilia): con chiesa parrocchiale propria;
    19. Raiano di Cornio (Diocesi di Sulmona-Valva): con eremo dell’XI sec. intitolato al Santo;
    20. Capua (Arcidiocesi di Capua): si ricorda una chiesa intitolata al Santo, già nel XIII sec., fatta demolire da Federico II di Svevia per far posto all’edificazione della porta della Città;
    21. Tortona (Diocesi di Tortona): vi si ricorda un vescovo Terenziano, martirizzato nel 186 d.C., ma non è certo che sia lo stesso Terenziano di Todi;
    22. San Terenziano (Comune di Gualdo Cattaneo Diocesi di Todi): con chiesa parrocchiale e tomba del Santo;
    23. Teano (Diocesi di Teano): con reliquie (un braccio) ed officiatura approvata;
    24. Capranica (Diocesi di Civitacastellana): patrono del luogo, con reliquie (il cranio e un braccio), officiatura approvata e chiesa propria. Vi esiste una confraternita intitolata ai Santi Terenziano e Rocco;
    25. Todi (Diocesi di Todi): officiatura con lezioni proprie e rito doppio di II classe, festa celebrata nella Città e in tutto il territorio diocesano il 1° settembre di ogni anno.

    Ho letto per la prima volta una sintesi con ipotesi storiche su questa diffusione riguardo a Rezzoaglio, un documento di qualche anno fa ma sempre molto interessante.

    C’è una concentrazione del culto nell’Italia centrale e soprattutto nell’Appennino Ligure-Emiliano e Genovesato. Dall’elenco dei 25 luoghi, a cui si aggiunge Marzano, ho creato una mappa digitale. Certamente chi ha prodotto questo filmato ha usato lo stesso elenco. Altri riferimenti ma privi di elenchi sono sul sito santiebeati.it. Un elenco abbastanza completo è su CathoPedia. Tutti questi elenchi sono comunque incompleti, ma hanno il pregio di registrare notizie altrimenti difficili da reperire, un po’ come quella che associa San Terenziano a Marzano.

    Mappa della diffusione del culto di San Terenziano in Italia

    Dal punto di vista geografico, Marzano ricade pienamente nella zona di attestazione, anzi è quasi un punto di collegamento tra le presenze del versante ligure e quelle del versante padano.

    Mappa della diffusione del culto di San Terenziano in Liguria e nell’Appennino settentrionale

    Come abbiamo già avuto modo di vedere le notizie storiche su Marzano sono piuttosto scarne, ma a San Terenziano doveva essere già essere dedicata la prima cappella precedente alla chiesa.

  • La peste a Marzano negli anni 1656-1657

    La peste a Marzano negli anni 1656-1657

    Quasi tutti ricordano la peste che fa da sfondo ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. L’epidemia colpì Milano nel 1630 ma risparmiò Genova e la Liguria. Nel 1656 però un’altra ondata di peste bubbonica arriva qui. Colpisce duramente gli abitanti di grandi città come Roma, Napoli e Genova. Non rimangono immuni nemmeno i centri abitati più piccoli come Torriglia e soprattutto, per questa terza pillola storica, anche a Marzano arriva la peste.

    Proprio come avviene oggi con l’epidemia Covid, vengono prese misure drastiche. Marzano è tra le “ville” sospese dalle quali è vietato spostarsi, insieme a Tercesi e Olcesi, perché è un luogo di contagio. Un lockdown in piena regola.

    I controlli sono effettuati da guardie armate delle milizie, che per ogni villa sono sotto un caporale. Niente moduli di autocertificazione, ma proprio come oggi le forze dell’ordine sono impegnate per un rigido controllo degli spostamenti. Conosciamo almeno un caso di violazione del divieto nel mese di ottobre 1656, quando Geronimo e Antonio Costa di Marzano sono denunciati dal caporale Benedetto Mangini per essersi allontanati più volte dai confini imposti.

    In questi anni gli abitanti di Marzano sono circa un centinaio divisi in 18 famiglie (fuochi). Lo sappiamo dal giuramento prestato il 29 novembre 1654 al principe Gio Andrea Doria, a cui prendono parte tutti i capifamiglia. Non abbiamo idea del numero di vittime dell’epidemia, ma a Genova le stime sono nell’ordine delle decine di migliaia di morti e secondo alcuni cadde il 70% della popolazione. Se andassimo a consultare i registri dei defunti nell’archivio parrocchiale avremmo un’idea più precisa. Certo, in un luogo di poche case come Marzano è più facile mantenere (consciamente o meno) quel distanziamento che aiutava a limitare la diffusione del morbo. Non c’erano strumenti particolari per aumentare i controlli, mentre oggi i droni e le celle telefoniche ci guardano di continuo (a proposito: chi manovra il drone che ogni tanto vola sopra le case?).

    Per contrastare l’epidemia si ricorre ovviamente anche alla fede. La cappella della Panteca, intitolata tra gli altri a San Luigi Gonzaga (e forse anche a San Rocco) sembra proprio un esempio di ex voto collettivo e penso che la sua costruzione risalga a questo periodo. D’altronde, la stessa chiesa di San Bartolomeo a Marzano era stata consacrata pochi anni prima.


    Queste notizie sono tratte dai documenti conservati nell’archivio comunale, grazie al lavoro minuzioso di Mauro Casale pubblicato nei due libri La magnifica comunità di Torriglia e Castrum Turrilie. Quindi mi sono basato in prevalenza sulla lettura di questi volumi. Nel 2017 c’è stata una bella mostra dedicata alla peste di Genova del 1656-1657 al Museo dei Beni Culturali Cappuccini. Il libro recente più completo sull’argomento è quello di Romano Da Calice del 2004, La grande peste : Genova 1656-1657.

  • Marzano 200 anni fa

    Marzano 200 anni fa

    Come era Marzano 200 anni fa? Posso dirvi che su una carta geografica era più o meno così:

    Marzano in una carta degli anni 1816-1827 (Istituto Geografico Militare)

    Questa è una piccola porzione della carta denominata “RIVIERA DI LEVANTE ALLA QUARTA DELLA SCALA DI SAVOIA OSSIA DI 1 A 9.450. FOGLIO 83 (Torriglia)“. Mentre per la “pillola” storica precedente mi sono basato su una vecchia fotocopia conservata in mezzo a un libro, per questa seconda ho attinto al portafogli e comprato dall’Istituto Geografico Militare ben due riproduzioni in alta risoluzione.

    Ho deciso di spendere per avere questa riproduzione perché credo che sia la carta più antica in cui Marzano è rappresentato in modo dettagliato. Non sono riuscito a trovare una carta così dettagliata più antica di questa, in altre parole. Le carte settecentesche lo indicano semplicemente come centro abitato in modo simbolico, come è abbastanza normale per l’epoca quando si tratta di aree rurali.

    Una porzione della carta “La Riviera di Levante, Stato di Genova ed altri confinanti” di Matteo Vinzoni (1748, Archivio di Stato di Genova)

    La differenza è notevole, e nella carta di inizio ‘800 possiamo riconoscere singole case o gruppi di case. La seconda versione, cioè la minuta di campagna, contiene qualche dettaglio in più anche se la scala è maggiore. Soprattutto sono indicate strade che poi nella versione acquerellata non sono state disegnate.

    In queste carte la forma del paese è ben diversa da quella attuale. Manca ancora il caratteristico “curvone” della strada carrabile che verrà costruita solo verso la fine del XIX secolo. Le strade principali sono quelle che vanno verso Fallarosa e i Sciutti e quella che arriva dalla Crocetta. Stranamente, sembra che quest’ultima strada passi a Est rispetto a tutte le case.

    Si riconoscono già alcuni gruppi di abitazioni che esistono ancora oggi. La chiesa è isolata su tutti i lati. Non ci sono case più a Est dell’attuale civico 49 di Via IV Novembre. Non ci sono case lungo la “Via Vecchia Marzano”. La piazzetta “della Costa” alle spalle di Piazza Felice Cavallotti è solo il retro del gruppo di case. Si riconoscono i tre blocchi “a schiera” che ancora oggi si trovano sopra Via Fallarosa. Non sembra esistere il “voltino” ma sicuramente ci sono le case più vecchie anche a valle di Via Fallarosa, fino all’altezza dei trogoli. Si riconoscono i Pontelli e le Chistane.

    Non è facilissimo individuare le singole case, anche perché qualcuna nel frattempo è andata in rovina ‒ limitandomi alle Chistane ne conosco almeno tre (inclusa la storica casa di “Giaculeu” abbattuta 40 anni fa) e immagino ce ne siano anche altre. Non è ovviamente possibile stabilire quanto sia preciso il disegno della carta, possono esserci errori, omissioni o sviste, ma riesco a contare 24 edifici più la chiesa e se confronto questo numero con quelli del numero di famiglie di questo periodo o della seconda metà del ‘700, è più o meno lo stesso.

    La base cartografica verrà poi utilizzata a metà XIX secolo per comporre la Gran Carta degli Stati Sardi (ricca di strafalcioni nei nomi) pubblicata nel 1852: sembra che la strada proveniente dalla Crocetta sia più importante delle altre.

    Marzano e dintorni nella “Gran Carta degli Stati Sardi, pubblicata dal Corpo Reale di Stato Maggiore” (1852, Archivio di Stato di Torino, foglio 68 Torriglia)

    Quanto è cambiato il paese in 200 anni! Sicuramente nelle vecchie foto si riconoscono più facilmente le antiche case che esistevano allora.

  • La chiesa di San Bartolomeo a Marzano (Torriglia)

    La chiesa di San Bartolomeo a Marzano (Torriglia)

    Marzano è la frazione del comune di Torriglia (GE) dove sono cresciuto. Un paesino piccolo, luogo di origine dei miei antenati Costa. In questo periodo di isolamento ho avuto la fortuna di passare qui molti mesi e ho raccolto vecchi e nuovi appunti sulla sua storia, per quanto minore e frammentaria.


    La chiesa di San Bartolomeo è l’unica chiesa di Marzano. Non è molto grande e viene variamente definita come cappella, oratorio o chiesa sussidiaria. La sua posizione centrale sulla piazza del paese (che è intitolata a Felice Cavallotti ma è chiamata da tutti “piazza della chiesa”) la rende facilmente riconoscibile. Non credo sia l’edificio più antico esistente in paese, ma è sicuramente quello su cui le notizie storiche sono più numerose, per quanto scarne. E con la storia della chiesa inevitabilmente si racconta anche la storia della comunità.

    I maggiori dettagli storici si ricavano da un articolo del profilico don Giovanni Carraro, pubblicato sul notiziario parrocchiale nel 1938. Una descrizione architettonica più dettagliata che riprende in parte alcune notizie storiche si ricava dalla scheda di catalogo CEI. Riporto il contenuto dell’articolo quasi integralmente con alcuni commenti e soprattutto in ordine cronologico.

    L’articoletto di don Carraro

    La “grande cappella” dedicata a San Bartolomeo Apostolo fu edificata nella prima metà del XVII secolo. Tuttavia, nelle carte dell’archivio parrocchiale viene spesso indicata come cappella dedicata a San Terenziano, vescovo tudertinus (e non terdonensis). In effetti questo dualismo permane ancora oggi: il giorno di San Bartolomeo (24 agosto) viene celebrata la messa, ma è nel giorno dedicato a San Terenziano (San Ransiàn in dialetto, il 3 settembre) che si svolge la festa popolare più laica, quella con i frisceu per capirci. La grande tela che si trova all’interno della chiesa ritrae comunque entrambi i santi insieme a San Rocco, Santa Lucia e Santa Apollonia. La presenza di San Terenziano a Marzano è interessante ed è solo una tra le molte località dell’Appennino dove San Terenziano persiste, talvolta da un millennio. Significativo che le date siano così ravvicinate e a pochi giorni di distanza dal 29 agosto in cui ricorre la Madonna della Provvidenza / Madonna della Guardia.

    La facciata della chiesa oggi

    L’atto di fondazione della cappella fu rogato nel 1648 assegnando una dote di 15 lire annue su terreni vincolati: 10 lire per 8 messe l’anno e 5 lire per riparazioni.

    Nel 1677 fu costituito un censo di 44 soldi su terra l. d. Canivella e un altro censo di 24 soldi.

    Nel 1694 fu rinnovato lo strumento di dotazione della chiesa, autorizzando i massari a riscuotere la somma dalle 27 famiglie, tra cui 5 Guano, 6 Fascia, 2 Pregola, 12 Costa. Vediamo che almeno tre di questi cognomi rimangono tuttora tra quelli caratteristici di Marzano, pur con una differenza di grafia.

    Nella visita pastorale del 28 agosto 1707 si parla di un oratorio campestre intitolato a San Terenziano martire e si descrive lo stato lacunoso delle suppellettili. Nello stesso anno, G. Casazza lasciava una terra detta Fasolai del valore di mezza Genovina.

    Nel 1775 fu concesso di benedire il nuovo altare (che molto probabilmente è quello attuale), purché avesse le misure prescritte.

    Nel 1850 fu dato in locazione per 6 anni un terreno con due castagni e un cerro, detta fascia della chiesa, e un altro terreno detto dell’orto, per 50 lire.

    Il pavimento in graniglia alla veneziana porta la data del 1862 e il nome di Giacomo Costa.

    Nel 1887 viene consentita la costruzione di una nuova casa addossata al coro (esistente ancora oggi), che quindi rende impossibili successivi ampliamenti dell’edificio.

    Nel 1896 viene restaurata dentro e fuori, e provveduta di volta a botte. Nel 1897 viene rinfrescata la facciata e nuovamente nel 1927.


    I lavori di restauro più recenti sono di circa 20 anni fa.