La pietra scritta di Senarega

La pietra scritta di Senarega è un romanzo di Marcellino Dini, ambientato (principalmente) in Valbrevenna. Dini non è uno scrittore di mestiere, ma questo è il suo secondo libro ambientato nelle valli dell’Antola.

La narrazione ha inizio nel 551 a.C. e questo è forse il percorso più bello tra le varie storie che si intrecciano a cavallo tra passato remoto e presente: dare un nome, un volto ai Liguri che abitavano queste valli in epoca così remota è infantilmente affascinante, così come cercarvi l’eziologia toponomastica. È un peccato che i romanzi storici abbiano così paura di avventurarsi al di fuori dei confini cronologici sicuri di mondi e civiltà che tutti credono di conoscere (i Romani, per dire). Ma questo non è un romanzo storico.

L’intreccio sembra ispirarsi al Codice da Vinci (che non ho letto, poco male): c’è una reliquia strettamente legata a Gesù, un intrigo internazionale… però il bello è che, con un breve episodio parigino, tutto è ambientato tra Genova, Crocefieschi e la Valbrevenna. E tutto sommato, l’ambientazione regge alla trama movimentata.

Interessante, salvo occasionali momenti melensi, il personaggio dell’archeologa-super-esperta Mary Armanino, nella sua sfaccettatura di discendente di emigrati. Altrimenti è un po’ troppo “super” per essere credibile: bellissima, bravissima, al soldo di una organizzazione internazionale potentissima che mi ha ricordato per certi versi la SD-6 della serie tv Alias. Gli altri personaggi sono nella parte, ognuno al suo posto: i bravi sono bravi e i cattivi sono cattivi. Questo è un po’ noioso, in fin dei conti, specialmente alla fine, anche perché non si capisce (eticamente) per quale motivo Zevi che vuole tenere per sé la reliquia sarebbe più “buono” dei “cattivi” che la vogliono usare per i loro fini. Certo, c’è una dose di mistero che aleggia su di essa, c’è la segretezza assoluta resa indispensabile dal coinvolgimento di organizzazioni di altissimo livello…

La lettura è piacevole, ma ci sono qua e là delle cadute di stile abbastanza evidenti. L’insistenza sull’attrazione fisica di Marco per Mary è sinceramente eccessiva (i momenti di sfogo di questa attrazione sono un po’ da Harmony ma lasciamo passare..), ed è un po’ troppo dettagliata la descrizione fisica e psicologica che viene fatta di ogni personaggio (anche minore) alla sua prima apparizione.

Sotto molti aspetti mi piace pensare che questo libro si possa classificare come letteratura di serie D: dove la “d” sta per dilettante nel senso originale e positivo del termine, ovvero di qualcuno che trae diletto dalla scrittura, e che la affronta con passione. Rispetto alle serie A, B, C manca, a mio avviso, un lavoro di editing significativo che è caratteristico della produzione professionale.

La pietra scritta di Senarega è pubblicato da LiberoDiScrivere (sulla pagina della scheda si legge anche la prefazione scritta da … mio padre, e il primo capitolo).


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