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  • punizione

    Ierisera avevo scritto un post lunghissimo sul senso dell’archeologia, della mia vita, e di altri argomenti di uguale pesantezza gastrica. Poi la punizione dell’eterno si è abbattuta sullo stolto e mi ha fatto saltare la connessione. Comunque si concludeva più o meno così:

    La poesia
    non fa per me.
    Sono troppo logorroico.

  • ho fatto la spesa…

    … stamattina sono passato da giangiacomofeltrinelli e ho fatto acquisti.Sono entrato per cercare (anzi, sfogliare) un libro su Python. C’era il classico O’Reilly a 44 modici euri, ma non mi ha aperto il cuore e nemmeno il portafogli.

    Invece appena ho preso in mano Il futuro delle idee di Lawrence Lessig non l’ho più mollato, con la sua copertina gialla, e l’ho divorato andando verso casa.
    Poi siccome sono un sedicente intellettuale non ho resistito ad una copia economica di Contro il metodo di P. K. Feyrabend, anche se ho Popper sul comodino da mesi che raccoglie la polvere… 😉
    E poi, siccome non si può sempre cazzeggiare, ho anche preso due libri su Bisanzio per i due esami che devo sostenere quest’anno. Anche perché volente o nolente, era piuttosto difficile nella mia posizione ignorare l’esistenza di un impero bizantino.

  • la mia scrivania…

    Visto che qualcuno mostra il proprio comodino, non vedo perché non posso mettere sulla pubblica piazza la mia scrivania…

    (altro…)

  • satelliti geostazionari e filo interdentale

    Se decidiamo di creare una fondazione per lo sviluppo e la promozione di software e dati liberi nell’ambito geospaziale, perché non chiamarla GFLOSS?

    Semplice: perché il suo nome ricorda quello del filo interdentale.

    Comunque, il vero nome è GFOSS. Dovrebbe uscire fuori una ONLUS, o qualcosa del genere. Giusto a conferma del fatto che io sono un terzosettorista…

    Ultimamente sui blog ICT non si fa altro che parlare di Web 2.0. Forse molti nemmeno sanno cosa sia. Forse molti nemmeno si ricordano cosa fosse il Web 1.0, nessuno si ricorda di quale fosse l’utilità di Internet senza Google, senza webmail AJAX, senza blog, senza messaggistica immediata. Di recente Nature ha stabilito in una indagine che Wikipedia non è meno affidabile della ben più blasonata Encyclopædia Britannica, suscitando lo scalpore dei puritani. In effetti, stiamo assistendo alla crescita di un vero luogo di incontro. C’è una espressione, che è passata di moda ancora prima di avere un senso, ed è villaggio globale. Oggi stiamo vedendo l’alba di questo villaggio, che passa necessariamente attraverso le strane sigle i18n e l10n. Nessuno se ne rende conto, ma il 90% di quello che leggiamo sulla rete è scritto in inglese. E nonostante il nostro sistema scolastico faccia schifo per definizione, noi riusciamo a capire. Ci sono altre persone meno fortunate di noi, che l’inglese non lo sanno. E c’è chi sta lavorando per dare una chiave d’ingresso per il villaggio globale a tutte queste persone. Non c’è alternativa a Linux, se volete sapere come la penso. BSD, forse.

    gqbwiki
    Quanto sia possibile stuprare un wiki per plasmarlo ad immagine e somiglianza della propria mente, è qualcosa di cui mi sto convincendo a fondo. E siccome non sono da solo a pensarlo, sarà ben difficile fermarmi, suppongo. (Come al solito poi sarò io ad autodistruggermi nella mia vacuità).

    Alla domanda: se partissi per un’isola deserta, quale software vorresti portare con te?, la mia risposta è: Mozilla Firefox. E non dite che è l’uovo di Colombo.

    Le belle cose dell’Unione Europea: ha lanciato il sistema GALILEO che concettualmente è simile al GPS ma è estemamente più potente e preciso, e soprattutto nasce per scopi primariamente civili e non militari. Per di più, è già attualmente disponibile al pubblico il sistema EGNOS per la correzione in tempo reale dei dati GPS. In questo vedo una irragiungibile superiorità rispetto agli USA, dove il motore dell’economia è costituito dall’industria bellica.

    Le cose brutte dell’Unione Europea: a giugno se tutto procede come previsto verrà approvata la direttiva INSPIRE che sancisce il copyright di stato sui dati geografici pubblici, costringendo in breve a pagare due volte per avere qualcosa che è stato prodotto con le vostre tasse. Bello, no? In questo vedo un segno innegabile della eterna inferiorità dell’Europa nei confronti dell’America, dove i geodati e tutto ciò che viene prodotto dalle agenzie nazionali sono di pubblico dominio (secondo voi è un caso che il free software sia nato negli USA?) da sempre.

    Part of the inhumanity of the computer is that, once it is competently programmed and working smoothly, it is completely honest. – Isaac Asimov

  • a/s

    Di molte cose si può fare una analisi, ma sono ben poche quelle di cui si può fare anche una sintesi.

  • buonanotte, e buona fortuna

    Raramente mi lascio entusiasmare dalla celluloide, come alcuni di voi sapranno. Ma…”Good Night, and Good Luck” è un bel film. Anzitutto, George Clooney non recita la solita parte di George Clooney (anche se in effetti non ho mai visto uno dei film a cui sto facendo riferimento).

    È da non credere che qualcuno abbia deciso di far circolare questo film, che getta un’ombra inquietante sul futuro dell’informazione televisiva dopo il 1958 (cioè, oggi!). Ci ricorda che il ruolo primario della televisione dovrebbe essere l’informazione dei cittadini, e non l’intrattenimento del pubblico.

    Su questa distinzione tra spettatori e cittadini ci sarebbe molto da dire, ma ora non c’è tempo. Ci sarebbe piuttosto da imparare qualcosa sul rispetto dei diritti civili e delle libertà individuali, e in questo senso un grande paese come gli USA, dove i contrasti e le contraddizioni sono ingigantiti rispetto a quelli a cui siamo abituati, ci rendono più facile lo studio.

    Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza.(Benjamin Franklin)

  • ex novo

    Bella, bella bella idea davvero! Quando ho mostrato a Laura il sito ex-novo.org, lei mi ha risposto “C’è vita su Marte!”. Sì, evidentemente, c’è vita. Incredibile a credersi, ma non siamo soli in questa valle di lacrime. Sei pezzi (giornalistici, per fortuna non sono articoli di rivista scientifica), alcuni dal vago – e dimenticato – sapore di pamphlet. E una domanda, fatta ad alta voce, che dovrebbe farsi un po’ più spesso e con un po’ più di umiltà: Perché l’archeologia?.

    Non è solo voglia di farsi del male, e non serve nemmeno ripetersi stancamente che l’università fa schifo, che le soprintendenze fanno schifo, che il ministero fa schifo, che le leggi fanno schifo. Si può fare di meglio, si può cercare di uscire dalla crisi (Brogiolo), a testa bassa. Ci vuole sano e critico pessimismo sul presente, e un altrettanto sano e critico ottimismo sul futuro. Ci vuole che i professori insegnino: un mestiere, un modo di pensare e di guardare al mondo, il presente e vivo – non quel che fu.

    L’articolo di Azzena strappa qualche sorriso e squarcia qualche illusione (ma chi ne ha ancora?), anche se si esaurisce in se stesso senza dare adito a critiche, ed è un difetto di tanta archeologia italiana, purtroppo.

    A seguire un po’ di critica su Mario Torelli, l’archeologia e il PCI.

  • evidentemente, no

    Non fa per me evidentemente tenere un blog, come non fa per me “straggiare” il tempo su MySpace e altre simili amenità telematiche. Tant’è, con questo blog ci provo, dai.Anzitutto, se fossi furbo starei studiando, ché domani ho il primo esame in questa uniSI. Ma si sa, l’astuzia non è il mio forte.

    Passo invece parecchio tempo a leggere, spizzicare, libri in inglese (alla lunga l’inglese scritto lo capisco abbastanza bene).

    Oggi la giornata è storta: ierisera ho perduto il mio millenario berretto da Capitan Nostromo (Ele?!) e quindi sono molto triste. Ieri comunque ad onor del vero Federico I Marri “il Pontefice” ha strappato il mitico pezzo di carta, meglio noto come Laurea, quindi altri fatti meno degni di nota sono passati in secondo piano, giustamente.

    Stare in casa non è il massimo. Non avrò mai il tempo per “tenere la casa in ordine”, e non è una paranoia pinocchiesca, è l’esigenza FISICA di stare in un luogo non-ostile – anche se non esattamente amichevole.

    In questi giorni sto studiando tantissime cose e scopro mondi smisurati, che mi domando per quale assurdo motivo non mi siano mai stati svelati nei tre anni di permanenza statica genovese. Forse il mio difetto è che PENSO TROPPO e non riesco mai a smettere. (E mi piace pensare che sia così.)

  • neve?

    Chi ha parlato di neve? In fondo ce ne sono appena sessanta amabili centimetri… Ieri pensavo di partire alle 11.43. E sono arrivato a Genova alle 19.21. Mica male. Brava Trenitalia! Continua così… Con mezza Italia paralizzata dalla neve l’ORSA Toscana pensa che non ci sia nulla di meglio da fare che un bello sciopero, revocato da tutti gli altri sindacati.