Siamo alle solite: anche per il Wi-Max i nostri amici politici parlano bene e razzolano male. E i giornali dietro a ruota.
There's more than potsherds out here
Faccio l’archeologo e vivo a Genova
Nessun colpevole per Ustica. Solo morti, e nessun colpevole. Pensavo che nessuno fosse innocente, per definizione.
E invece i giudici ci hanno regalato un momento di felicità: non ci sono colpevoli. Il nostro mondo è più sicuro, ora che siamo certi che non esiste un colpevole.
Niente bugie, però. I giudici ci hanno anche detto che non ci sono state bugie. Non siamo più bambini. Nessuno ha detto bugie. Siamo tutti adulti, e innocenti.
Che mondo fantastico. Perché il TG continua ad assillarci con la cronaca nera e il campionato, se il nostro mondo è così bello? Smettetela, e lasciateci godere la nostra meravigliosa condizione.
Aggiornamento: Fede ha intitolato una via per commemorare l’evento storico.
E per finire, che dire dei castori che costruiscono dighe modificando l’ambiente per un beneficio non immediato (cibo e tane sicure)? Hanno un progetto? Le dighe sono manufatti? Come avviene la trasmissione del sapere tecnico fra i castori?
Forse queste sono solo provocazioni prive di risposta e le dighe non sono certo fatte con le mani, ma possono divenire spunti utili per ragionare su cosa significhi l’adozione delle tecniche…
Enrico Giannichedda, Uomini e cose, 2006.
È ufficiale. Io ODIO Trenitalia e tutto il gruppo Ferrovie dello Stato. Non è una cosa di facciata, come uno dice di odiare Bush che poi è tutta ideologia. Non è nemmeno una cosa come dire che odio il calcio, perché in fondo non me ne frega niente.
Invece no. Trenitalia S.p.A. (cioè società per azionisti, ovvero gli unici che traggono vantaggio dalle attività della società medesma) è una vera merda.
Lunedì 1 gennaio 2007. Ore 17.20. Stazione di Trofarello. Si entra di lato ché ci sono i lavori in corso. Talmente in corso che la stazione non esiste. Né la annessa biglietteria. Né una annessa macchina automatica limitata alla rete regionale utilizzabile solo con monete da 50 ¢ o schede a scalare acquistabili nella biglietteria chiusa i giorni dispari delle settimane pari dalle 08.00 alle 08.12.
Niente biglietto. Arriva il treno. Trofarello-Ronco Scrivia: 6,82 €. Biglietto in treno: 5,00 €. Totale: troppo. Troppo per una persona normale che arriva in stazione e vorrebbe trovare un biglietto da comprare per salire su un treno in condizioni pietose e muoversi da una stazione chiusa ad un'altra stazione chiusa. Ma il prezzo aumenta. I prezzi dei treni aumentano, da ieri.
Dunque, partenza rimandata. Torino Porta Nuova, martedì 2 gennaio 2007. Ore 08.00. Macchinetta automatica, di quelle che se fai il biglietto con quella puoi anche vincere premi straordinari. Scelgo la tratta e digito il codice di 9 cifre per accedere al favoloso sconto del 10% per soci giovani (ché ho ancora questa sfortuna dalla mia). E la macchina si blocca. D'altra parte gira su OS/2, che ci possiamo aspettare?
Cambio macchinetta. Stessa procedura, stesso modo silenzioso di impallarsi. Alla terza macchinetta rinuncio al favoloso sconto e decido di usare la mia carta viaggio smart numero 000750867 per accumulare punti viaggio. Vedrai, roba che tra due anni mi faccio un Genova-Roma in Intercity Plus a metà prezzo. Ma anche lei decide che non va. A quel punto, una rapida occhiata all'orologio mi fa capire che ho il tempo per compiere una deliziosa vendetta. Dopo aver usato la quarta macchinetta per stampare un biglietto senza alcuno sconto o punto premio, impallo anche quella. E poi tutte le altre. In 5 minuti le 12 macchinette di Torino Porta Nuova erano tutte ferme. E su tutte campeggiava glorioso il numero 000750867.
Come molti sanno,io non amo la televisione né i telegiornali, nella strenua convinzione che la cronaca rappresenti un cancro maligno dell'informazione. Tuttavia anche la televisione italiana è in grado di darci qualche attimo di vera informazione. Ad esempio, Leonardo, TG di Scienza e Attualità in onda su RaiTre (forse la più udibile e meno nazionalpopolare delle 3 reti parastatali).
Qualche giorno fa una indagine del Sole 24 Ore ha decretato che Siena è la città più vivibile d’Italia, la migliore per qualità della vita. Può darsi.
Può anche darsi che le indagini del Sole 24 Ore si comprino a suon di euri, comunque.
Può anche darsi che nella città più vivibile d’Italia l’unico sportello Postamat disponibile nel centro della città sia aperto dalle 8 alle 19. E dopo, no. Dopo, potete trovare tutti gli sportelli bancomat di qualsiasi banca che volete, aperti per voi. Se avete un conto in banca, ovviamente. Magari in quella giusta. Se siete immigrati, studenti, o semplicemente non avete un conto in banca perché non ve lo potete permettere o magari non vi piace dare i vostri soldi a dei ladri. Nella città più vivibile d’Italia.
Andate in culo.
Oggi sono riuscito finalmente a dare un esame. Anzi, un mezzo esame, ma fa lo stesso che l’importante è mettersi in moto. Ho preso 29, voto di mezza via che tipicamente corrisponde ad una presa per i fondelli (riferendomi ovviamente alla facoltà di lettere), ma che non mi impedisce di mirare a qualcosa di più con il rimanente mezzo esame.
A questo punto mi mancano ancora 6,5 esami dell’anno passato, più i 7 di questo. A questo punto odio Natale, che mi spezza il ritmo di studio che sto prendendo. A questo punto ho da studiare una molteplicità di argomenti che formeranno la mia futura personalità di archeologo da strapazzo.
Il mese prossimo intanto ho da fare parecchio, a Siena e lontano da Siena.
Commettendo una follia bella e buona, sono passato in meno di un mese da Dapper a Feisty, sdegnando Edgy visto che avevo problemi con Evolution. Bug hunting a palla, kernel 2.6.20, GNOME 2.17…
Sto diventando sempre più geek, nonostante ufficialmente io sia un aspirante archeologo (o un archeologo aspirante, a seconda dei casi).
Tra ierisera e stamattina, nonostante la di lei fiera e tenace opposizione, sono riuscito a produrre una estensione personalizzata di MediaWiki, per migliorare il rendimento del sistema informativo wiki-based al quale sto lavorando da vari mesi, che ho anche presentato al workshop di Vienna.
Per darmi un tono, ma anche e soprattutto per non perdere i pezzi di quello che faccio, ho anche scritto una breve pagina descrittiva. Per quanto ovviamente sia del tutto inutile al cosmo, è rilasciato sotto licenza GNU GPL!
All’ospedale di Torino invece della classica busta con dentro le “lastre”, ormai al paziente viene fornito un CD.
Il CD contiene le immagini relative agli esami diagnostici effettuati in formato DICOM. Su un sistema Windows™ all’inserimento del CD l’autoplay fa partire Internet Explorer con una applet DirectX che consente di visualizzare le immagini in maniera interattiva. Molto bello.
Ma i più attenti avranno già notato come questo sistema sia difettoso per natura. Anzitutto richiede di avere uno specifico sistema operativo, e per di più anche un browser web notoriamente insicuro e inefficiente.
Su GNU/Linux, tuttavia, è possibile utilizzare un software come Aeskulap, rilasciato sotto licenza GNU GPL, per visualizzare le stesse immagini in maniera assolutamente efficiente e libera.
Un ringraziamento ad Assente per aver già affrontato il problema. Ma è possibile che anche gli ospedali si immettano nella corsia dei malati cronici dipendenti da software proprietario ??